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Nonostante la forte concorrenza, i numeri ci dicono che il mestiere di parrucchiere continua ad essere in forte crescita. Tra le persone che intraprendono questo mestiere, il sogno resta quello di aprire il proprio salone. In questa risorsa daremo risposta ad alcune delle domande tipiche relative all’apertura di un salone da parrucchiere.

Si può aprire un salone senza diploma o qualifica?

diploma parrucchiere

Ci sono due modalità per aprire un salone da parrucchiere: la prima è quella relativa a chi è in possesso del titolo abilitante. Per ottenere il titolo abilitante è necessario frequentare uno specifico corso di formazione per acconciatori, della durata dai 6 mesi ad un anno, a cui farà seguito un tirocinio o un periodo di apprendistato di almeno 2 anni.

La seconda modalità è quella che prevede l’apertura di un salone senza avere la relativa qualifica o diploma. In questo caso, occorre assumere un responsabile tecnico che sia in possesso della qualifica. Il titolare, dunque, può anche non essere parrucchiere (in assenza della qualifica non si potrà operare sulle teste dei clienti) purché assuma almeno un dipendente in possesso della qualifica da acconciatore.

Si può diventare parrucchiere abilitato ad aprire il proprio salone anche eseguendo un apprendistato di 5 anni, seguito da un anno di lavoro come lavoratore di terzo livello (minimo), a cui aggiungere la frequentazione di un corso teorico di 300 ore con esame finale.

Senza apprendistato, sono sufficienti 3 anni come lavoratore di almeno terzo livello a cui far seguire il corso teorico di 300 ore con esame.

Dove aprire un salone?

salone da parrucchiere

Non dar retta a chi dice che aprire un negozio da parrucchiere in una zona periferica, non trafficata o dal basso valore commerciale rappresenta una scelta intelligente ed economica, perché ti sta raccontando una fesseria!

Infatti, c’è un motivo se una determinata zona è commercialmente più valida: significa che è ben frequentata e tante persone la frequentano per i loro acquisti. Non significa per forza dover aprire nella via più centrale della propria città dove, tra l’altro, potrebbe rappresentare un investimento errato, ma vuol dire che occorre scegliere con attenzione il luogo in cui aprire un salone.

Chiariamo i vari punti toccati finora, approfondendoli.

Ci sono zone di forte passaggio come, ad esempio, quelli vicini ad un mercato rionale o una zona con molti uffici o, comunque, molti negozi. Queste zone sono frequentate da molti potenziali clienti che, tra una compera e l’altra, possono approfittarne per un servizio dal parrucchiere.

Discorso a parte meritano i centri commerciali e le vie dello shopping più rinomate: siccome non è possibile avere un listino prezzi come fosse un ristorante stellato, è bene comprendere che nel momento in cui l’affitto di un locale commerciale raggiunge livelli insostenibili (nei centri storici di Milano, Roma, Napoli o Torino, ad esempio, un locale da adibire a salone può costare anche 20/25.000 euro al mese), il business potrebbe non essere più sostenibile.

Quindi, occorre sempre tenere presente il giusto equilibrio tra costi e commerciabilità della zona, perché il rischio è quello di aprire un salone in un luogo in cui è molto difficile generare profitti a causa degli elevati costi fissi.

D’altro canto, bisogna evitare di cercare solo il prezzo di affitto più basso. Un salone in una via secondaria in un quartiere di periferia corre due, enormi, rischi: il primo è quello di essere poco visibile e di non poter contare, almeno all’inizio, sulla clientela di passaggio; il secondo è quello di attirare soltanto clienti con poco budget, perché magari la zona è abitata da persone poco abbienti. Non solo, ricorda sempre che i clienti altospendenti non cercano soltanto la qualità, ma cercano anche la notorietà del brand e non accettano di andare da un parrucchiere di periferia.

Quanto deve guadagnare un negozio di parrucchiere?

Quanto deve guadagnare un parrucchiere titolare di salone? Deve, intanto, distinguere tra costi, ricavi e profitti, perché altrimenti si fa confusione.

Nel momento stesso in cui apri la tua partita IVA, il concetto di “guadagno” cambia completamente rispetto a quanto eri abituato. Da dipendente, percepivi uno stipendio netto in busta, e quello era il tuo guadagno. Non dovevi preoccuparti di altro. Da titolare, le cose cambiano.

Da titolare, devi considerare i costi, cioè l’affitto del negozio, gli stipendi dei dipendenti (e anche il tuo), il costo dei prodotti, le bollette, il commercialista, il consulente del lavoro, l’IVA, le imposte su insegna e tutto il resto, le tasse. Questi, dunque, sono i costi. Poi ci sono i ricavi, cioè quanto incassi, al lordo di tutti i costi. Infine, ci sono i profitti, cioè ciò che ti resta dopo aver pagato tutto e tutti. Spesso i profitti sono negativi, solo che molti parrucchieri non se ne accorgono.

Infatti, se hai una ditta individuale in contabilità ordinaria, non sei tenuto a calcolare nel dettaglio tutti i costi e quindi finisci per non accorgerti del fatto che i costi siano superiori ai ricavi e che non ottieni reali profitti dal tuo lavoro. Ti assicuro che capita, e anche molto spesso!

Quindi, per rispondere alla domanda iniziale, il parrucchiere dovrebbe guadagnare a sufficienza per coprire tutti i costi, pagare tutte le tasse, le imposte e i fornitori e infine pagare se stesso.

Quali sono le spese mensili di un parrucchiere?

Le spese mensili di un parrucchiere titolare di salone sono varie e non sempre previste. Proviamo ad elencarle:

affitto, bollette varie (gas, luce, telefono, internet, ecc), costi per i prodotti utilizzati, affitti di macchinari o rateazioni di arredamento, formazione, pulizie, commercialista, dipendenti eventuali, consulente del lavoro, imposte comunali, tasse, software vari (gestionale e per la comunicazione), campagne pubblicitarie.

Quantificarle è impossibile perché alcune variano a seconda del contesto (come l’affitto del negozio, che può costare 10.000 euro al mese oppure 200 euro, o addirittura nulla se si tratta di un immobile di qualità) ed altre variano a seconda del fatturato (il numero di prodotti consumati, la tasse).

L’importante è tenere sempre sotto controllo ogni voce di spesa, in modo da evitare che i costi superino i ricavi.

Conviene aprire un salone in franchising?

NO! La risposta è secca e indolore.

Un franchising avrebbe valore se portasse in dono al titolare un marchio riconosciuto dai clienti e una serie di attività di marketing tali per cui il titolare ne tragga un valore aggiunto rilevante. Nel settore dei parrucchieri non esistono franchising di questo tipo (tranne qualche marchio che, giustamente, ha dei parametri di accesso molto elevati, tipo la presenza nei centri commerciali o nelle principali vie di passaggio).

Molti sono i franchising, invece, che a fronte di ingenti investimenti, non portano alcun valore aggiunto per i franchisor, ossia quegli imprenditori che investono nel modello di franchising.

Spesso si sceglie un franchising perché ci si illude, in questo modo, di non doversi preoccupare di altro che di gestire i clienti. Nella realtà quel che capita è che comunque dovrai occuparti della gestione del salone e anche delle strategie di marketing, vedendo però limitate le tue libertà di azione, visto che devi acquistare determinati prodotti in determinati quantitativi e devi spesso chiedere l’autorizzazione anche per un post sui tuoi profili social…

Quanto costa aprire un salone?

Aprire un salone ha dei costi facilmente preventivabili ed altri che, invece, dipendono dalle scelte dell’imprenditore.

Tra questi ultimi, dobbiamo citare l’arredamento, che può essere acquistato con poche migliaia di euro oppure costarne svariate decine di migliaia, la strumentazione, l’acquisto dei primi ordini di prodotti, le spese di inaugurazione e quelle pubblicitarie per avviare da subito il business. E’ bene seguire alcuni accorgimenti a tal proposito:

  1. Non firmare inutili contratti. Compra ciò che ti serve e paga di volta in volta, senza impegnarti in ulteriori costi futuri.
  2. Non esagerare con la spesa in strumentazione, non serve! Acquista ciò che ti serve per iniziare a lavorare (magari anche ricorrendo ad acquisti di seconda mano): avrai tutto il tempo per sostituire il necessario quando ne avrai la possibilità.
  3. Non sprecare soldi per il gestionale. Inizia a imparare ad usare Excel e passa al gestionale solo quando avrai qualche centinaio di clienti.
  4. Non spendere troppi soldi per l’inaugurazione, tanto saranno presenti perlopiù amici e parenti e la cosa ha più una funzione beneaugurante che di business.
  5. Prevedi un budget da destinare al marketing: anziché aspettare anni che il passaparola faccia il suo corso, parti da subito con nuovi clienti.

Relativamente ai costi fissi, devi pensare all’apertura di un salone come ad una semplice apertura di una partita IVA. In teoria, il costo di apertura di una partita IVA è pari a zero. L’intera procedura per l’apertura può effettuarsi online o direttamente in una delle sedi dell’Agenzia delle Entrate.

Per evitare di commettere errori e accelerare i tempi, puoi decidere di affidare la pratica a un commercialista o a un Centro di Assistenza Fiscale, sostenendone i relativi costi.

Leggi il post: quanto costa aprire un salone per ulteriori dettagli relativi all’argomento.

Quanto paga di tasse un parrucchiere?

Il discorso relativo alla tassazione di un salone da parrucchiere è da ricondurre alla tassazione di una qualunque attività di tipo commerciale.

E quindi, se il fatturato è inferiore agli 85.000 euro (nel momento in cui stiamo scrivendo questo post, il governo Meloni ha appena innalzato la soglia valida per il forfettario da 65.000 a 85.000 euro) la tassazione è del 15% sul fatturato stesso. Aderendo al regime forfettario, è bene ricordarlo, non si possono detrarre i costi.

Viceversa, se si supera questa soglia o se si ricorre al regime ordinario, la tassazione segue le aliquote fissate dalla legge:

aliquote irpef

Qui stiamo parlando soltanto dell’imposta IRPEF e non prevediamo, dunque, l’INPS e le altre tipologie di imposte.

Per quanto riguarda l’INPS: i contributi fissi che dovranno versare artigiani e commercianti fino a 15.953,00 euro di reddito risultano essere di € 3.850,52, suddivisi in quattro rate.

All’aumentare dei ricavi, saranno incrementati anche i relativi contributi previdenziali, tenendo conto del coefficiente di redditività (che per i parrucchieri è del 67%, qui puoi guardare le tabelle: https://flextax.it/glossario/coefficiente-di-redditivita/). Questo coefficiente sarà utilizzato per definire l’ammontare dei contributi eccedenti il minimale.

Se, ad esempio, i tuoi ricavi sono di 30.000 euro, verrà calcolato il 67% di questa cifra, cioè 20.100 euro, il reddito che eccede il minimale risulta essere di 4.147 euro (20.100 – 15.953) e applicando l’aliquota di riferimento (il 24%) risulterà che dovrai versare ulteriori 995,28 euro (24% di 4.147) a titolo di ‘contributi eccedenti il minimale‘.

Quindi, in totale dovrai versare contributi per un ammontare di 4.831,44 euro (3.836,16 + 995,28).

Nel caso in cui i tuoi profitti siano tali da portarti a valutare l’apertura di una Srl, i calcoli delle imposte risultano essere differenti e anche più complessi, ma ti invito a verificarli con il tuo commercialista, che saprà mostrarti delle simulazioni adeguate al tuo caso.

Quante ore deve restare aperto un salone?

Un salone, purtroppo, non può decidere autonomamente quante ore può restare aperto. Infatti, esso deve rispettare i giorni di chiusura previsti dai regolamenti comunali, specialmente riguardo ai giorni festivi. Pertanto, non esiste una legge che preveda gli orari di apertura di un salone da parrucchiere ma occorre far riferimento ai regolamenti previsti dal proprio comune.

Occorre, dunque, andare sul sito ufficiale del proprio comune e verificare quali sono le regole relative agli orari di apertura dei saloni e adeguarsi. Il mancato adeguamento può comportare multe anche sostanziose.